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Repertorio
COME SI RAPINA UNA BANCA
Commedia in due atti
di Samy Fayad

“Alla povera gente è stato messo in mano un metro truccato, misura novanta centimetri invece di cento…”
E’ la battuta che racchiude il significato, profondamente reale ed umano, dello spettacolo che state per vedere e riassume la filosofia di una vita vissuta di espedienti a Napoli, all’inizio degli anni sessanta. Per la famiglia Capece non c’e’ lavoro, non c’e’ casa e manca anche l’indispensabile per vivere: come molte altre famiglie napoletane deve “arrangiarsi” per mettere insieme qualcosa per il pranzo e la cena. Con questi presupposti nasce l’idea di rapinare una banca per porre fine una volta per tutte alla precarietà delle proprie condizioni ma, nulla andrà come programmato e il caso vuole che ci sia un happy end, nonostante i pasticci combinati dalla famiglia Capece con la complicità di una vedova un po’ svampita.

Oltre ovviamente a curare la cadenza vernacolare, che ci ha consentito di analizzare personaggi così lontani dalla nostra esperienza quotidiana, per linguaggio e gestualità (il testo è comunque in italiano in quanto l’autore, pur essendo napoletano d’adozione, è di origine francese), nell’allestire lo spettacolo abbiamo cercato di dare un taglio moderno alla recitazione preferendo un dialogare rapido ed immediato e alleggerendo i monologhi prolissi puntando a mettere in scena la povertà con la forte carica umana e quel peculiare umorismo, quasi sempre involontario, di questi nostri conterranei un po’ poeti ed un po’ malandrini.


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ROSE ROSE PER ...
Commedia sentimentale

Adattamento originale di Massimo Meneghini da “Due dozzine di rose scarlatte” di Aldo De Benedetti
Regia di Antonella Diamante
Il cast
Attori (in ordine di apparizione): Sara Brazzarola (Aurora), Michele Teatin (Gianpiero Verani), Antonella Diamante o Amalia Zermiani (Frida del Gelo), Elena Lauretti (Alberta Verani)
Tecnico audio: Enrico Teatin
Tecnico luci: Gabriele Lain
Sinossi e note di regia
Alberta, tigre della finanza, e Gianpiero, pittore spiantato, sono felicemente sposati ma hanno entrambi un inconfessato desiderio di “evasione”. Sarà un inatteso mazzo di rose scarlatte a far leva su questo sentimento distraendoli dal loro amore e portando la loro unione al punto di rottura. Solo l'intervento maldestro dell'amica-commercialista permetterà di sbrogliare la matassa e riunire la coppia.
Tipo e durata dello spettacolo:
Durata: circa 1 ore e mezza in due atti
Genere: commedia brillante per famiglie
Contesto
Lo spettacolo può essere rappresentato in teatro sia al chiuso che all’aperto e/o in luoghi non teatrali purché dotati di buona acustica e oscurabili.
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VICINI DI CASA
Commedia brillante in due atti

di David Conati
Regia di Antonella Diamante
Commedia brillante per famiglie in due atti (circa 1 ore e mezza)
Con (in ordine di apparizione)
Clara Sartori (Rosa Binelli)
Graziano Poletto (Bruno calesse)
Maristella Zorzi (Sandra Rallo)
Giuliano Milani (Marco Rallo)
Paolo Santagiuliana (Lino Pesavento)
Stefano Meneghini (Carlo Prestante)
Zanini Daniela (Paola Grisseldi)
Tecnico Luci Luca Meneghini
Tecnico Audio Elena Tessari
Sinossi e note di regia
Si tratta di una "piece" teatrale di stampo anglosassone, dove la protagonista, Rosa Binelli, è costretta suo malgrado a fare la casalinga perché il suo medico (Paolo Grisseldi), a causa dello stress, le ha consigliato un periodo di riposo dal lavoro. La giornata di Rosa però inizia male, il telefono squilla in continuazione e all'altro capo Rosa trova sempre qualcuno che le telefona per proporle l'acquisto di qualche prodotto o per convincerla ad iscriversi a svariati corsi (alzi la mano a chi non è mai successo). A coronare l'inizio di una tranquilla giornata comune ci si mette pure un guasto domestico e l'arrivo dell'idraulico che però non è l'idraulico. Ruotano attorno alla protagonista, casalinga suo malgrado, tutta una serie di personaggi bizzarri che popolano il condominio dove lei risiede, vario campionario delle manie e dei difetti di esasperazioni di molte persone comuni che esplodono nella convivenza. Il tutto risulta un piccolo spaccato dei nostri giorni dove per la fretta non si ascolta più nessuno, e a causa della mancanza di comunicazione sovente nascono delle situazioni paradossalmente comiche.
Lo spettacolo può essere rappresentato in teatro sia al chiuso che all’aperto e/o in luoghi non teatrali purché dotati di buona acustica e oscurabili.
Esigenze tecniche
Palco----Dimensioni minime del palco o dello spazio scenico: 6 m di larghezza x 5 di profondità
Impianti----La compagnia è indipendente sia per l’impianto luci che per quello fonico
Carico energia----min. 8 kw, volts 380 3P+N+T. Presa pentapolare 32 A a palco.
Disponibile da dicembre 2009
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La Sbetega soràda
Commedia brillante in dialetto veneto
Libero adattamento di David Conati da "La Bisbetica domata" di William Shakespeare.
Regia di Antonella Diamante.
Musiche originali di Paolo Degani
Attori e personaggi (in ordine di Apparizione: Michele Teatin (Pier Pearin); Maristella Zorzi (Trania); Elena Lauretti (Caterina); Giacomo Borin (Gremio); Giuliano Milani (Ortensio); Rolando Fiorio (Battista); Giulia Milani (Bianca); Dalla Paola Loretta (Brigitta); Paolo Santagiuliana (Paoletto)
Tecnici audio e luci Nicola Teatin, Marco Minotti
Pier Pearin da Cologna Veneta alla morte del padre, per poter entrare in possesso di tutte le sue terre deve contrarre matrimonio con una donna nobile (o quasi), altrimenti per espressa volontà del genitore, tutti gli averi del padre andranno alla Chiesa. Così in cerca di una donna da marito che risponda a questi requisiti Pier Pearin parte per Verona accompagnato da Trania, fedele serva, già a servizio dal padre, sagace e pungente e molto più furba di lui. A Verona incontra casualmente il vecchio amico Ortensio che spasima per poter sposare la figlia più giovane di Battista Minola, Bianca. Battista però non la vuole dare in sposa a nessuno a patto che prima si sposi Caterina, la figlia più vecchia nota a tutti per il suo carattere per nulla accomodante. In cambio di una grossa somma di denaro Pier Pearin accetta di sposare Caterina scatenando quindi la competizione tra i corteggiatori di Bianca che fanno a gara per accaparrarsela in quanto bella, brava, buona e mai lodata abbastanza... alla fine l'amore trionferà, ma..
La commedia trae ispirazione da “La bisbetica domata” di W. Shakespeare ma David Conati ne ha fatto una versione più “casalinga”, riambientando l’azione nel 1700, tra Verona e Cologna Veneta, sfruttando l’impatto comico del dialetto veronese con influenze vicentine e semplificando la trama pur mantenendo sostanzialmente fedeli i personaggi principali di Caterina e Petruccio che nella nuova versione diventano Caterina e Pier Pearin. Il testo è agile e divertente, le figure maschili e femminili sono ben delineate e nell’allestirlo abbiamo deciso di rendere bisbetiche, ciascuna a suo modo, anche le altre figure femminili tranne Trania, la serva di Pier Pearin, che potrebbe, a buon diritto, essere l’unica reale bisbetica e che noi per contrapposizione abbiamo reso una popolana disincantata dotata di una fastidiosa ma simpatica franchezza e di improbabili conoscenze letterarie. Il finale riserverà delle sorprese rispetto al testo originale, d’altronde, cari spettatori, nel conflitto tra il mondo maschile e quello femminile chi potrà mai avere la meglio?
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IL GATTO CON GLI STIVALI
Spettacolo di burattini e attori

Adattamento per burattini a guanto, maschere e attori dall'omonima fiaba di Charles Perrault


Regia di Michele Teatin
Il cast
Elena Tessari, Annamaria Sofia, Michele Teatin, Elisa Spada, Graziano (Pino) Coltri, Antonella Di Gaetano

Con attività di disegno e trucco
Sinossi e note di regia
La storia del gatto con gli stivali affonda le sue radici popolari nell'europa del 1500 e per molti versi racconta dell'ascesa della borghesia, nata dal popolo (il mugnaio) ma con la capacità di usare l'astuzia (il gatto) per soppiantare la vecchia nobiltà.
Il Teatroprova ne mette in scena una versione classica utilizzando però linguaggi teatrali che si mescolano fra loro (burattini a guanto, pupazzi, maschere, attori) e una scena che pur mantenendo la centralità della “baracca” dei burattini, ne allarga lo spazio su più livelli scenici.
Ne risulta uno spettacolo teatrale “completo” dove, narrazione, teatro di figura, teatro dell'arte e di prosa si intrecciano fra loro tenendo i bambini (e le loro famiglie) agganciati alla trama.
Al termine dello spettacolo vengono proposte ai bambini attività di trucco, disegno e addobbo che li rendono protagonisti della storia a cui hanno appena assisitito.
Durata: circa 1 ora (circa mezz'ora di spettacolo e mezz'ora di attività con i bambini)
Genere: burattini e attori
Tematiche: Recupero delle favole tradizionali

Contesto: Lo spettacolo si adatta a qualsiasi situazione (scuola, biblioteca, sala civiche, teatro, parco, piazza)
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IL MAGO DI OZ
Spettacolo di burattini e attori
Adattamento originale da “Il Meraviglioso mago di Oz” di L.F.Baum
Riduzione per burattini a guanto e teatro d’attore
Regia Michele Teatin
Attori/burattinai: Pino Coltri, Annamaria Sofia, Cristina Todeschini, Stella Zorzi
Fondali di Beppe Padovani
Burattini di Pino Coltri
La Vicenda
Travolta da un ciclone, la piccola Dorothy si ritrova sbalzata dalla tranquilla e grigia fattoria degli zii, al magico e misterioso Regno di Oz. Se vuole tornare a casa la bambina deve parlare col Mago di Oz in persona. Ma la cosa non è facile: per raggiungerlo, nella sua meravigliosa Città di Smeraldo, Dorothy dovrà attraversare territori sconosciuti e superare mille insidie. Durante il cammino troverà l'aiuto, il conforto e l'amicizia di uno spaventapasseri alla ricerca di un cervello, di un boscaiolo di latta che vorrebbe un cuore e di un Leone cui manca il coraggio. Tutti insieme andranno da Oz per chiedergli ciò che cercano. Per ottenerlo dovranno eliminare l'ultima strega cattiva che vive nel regno ma, tornati a riscuotere il premio, scopriranno che Oz non è un mago ma un imbroglione ma, cosa ancor più importante, scopriranno di avere sempre avuto ciò che cercavano: cervello, cuore, coraggio e due scarpette magiche che permetteranno a Dorothy di tornare a casa.
Note di regia
L'idea di mettere in scena questa storia utilizzando la tecnica del teatro di figura, nasce dalla convinzione che il regno di Oz sia molto vicino al regno dei burattini. Entrambe infatti sono regni di fantasia i cui protagonisti non hanno un cuore, un cervello e neppure il coraggio di muoversi ma continuano nonostante ciò a impressionare per la propria capacità di far provare ai bambini, sentimenti, emozioni e un pizzico di saggezza. Come se non bastasse, anche il regno dei burattini è governato da maghi imbroglioni che con le proprie mani riescono ad animarli e farli diventare persone in carne ed ossa. É questa infatti la peculiarità del Teatroprova che associa alla recitazione dei burattini quella degli attori che entrano e escono dalla “baracca” per rendere ancora più reali i personaggi della vicenda.
Durata circa 60 minuti
Genere Teatro misto di figura e attore per bambini
Contesto Lo spettacolo si adatta a qualsiasi contesto, sia al chiuso che all'aperto e con qualsiasi luce.
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Le avventure di Don Chisciotte
Spettacolo di burattini e attori
Scritto e diretto da Maurizio Gioco
Liberamente ispirato al "Don Chisciotte della Mancia" di M.Cercantes
Il cast
Regia Maurizio Gioco
Attori Graziano (Pino) Coltri, Antonella Di Gaetano, Paolo Santagiuliana, Annamaria Sofia
Musica Francesco Pagani
Tecnici MicheleTeatin
Sinossi e note di regia
Nasce da un lavoro laboratoriale questo Don Chisciotte per burattini scritto e ideato da Maurizio Gioco e ispirato alle vicende di Don Chisciotte e Sancio Panza.
I quadri scenici narrano infatti, alcune delle più note avventure del personaggio cavalleresco ideato da Cervantes (come lo scambio visionario dei mulini a vento e la battaglia che il nostro eroe conduce contro di loro).
Le avventure del Cavaliere della Triste Figura si traducono di volta in volta in esilaranti micro-storie che ruotano attorno al tema conduttore del racconto: i libri e il loro potere creativo.
Musicato in diretta dall’organetto di Francesco Pagani la piece assume un aspetto evocativo e di ricordo di sapori antichi e scomparsi.
Il linguaggio semplice adattato al mondo dell’infanzia e l'alternanza di attori e burattini accompagnati dalla musica della fisarmonica, rendono lo spettacolo coinvolgente sia per i bambini che per gli adulti che li accompagnano.
Tipo e durata dello spettacolo
Durata
Circa 50 minuti
Genere Teatro misto di figura e attore per bambini
Contesto Lo spettacolo si adatta a qualsiasi contesto, sia al chiuso che all'aperto e con qualsiasi luce.
Esigenze tecniche
Palco
Dimensioni minime del palco o dello spazio scenico: 6 m di larghezza x 5 di profondità
Impianti La compagnia è indipendente sia per l’impianto luci che per quello fonico
Carico energia Minimo 3 kw, volts 220. Ottimale 4 kw, volts 380 3P+N+T. Presa pentapolare 32 A
Costo (s.i.a.e. esclusa; service fonico e luci compreso)
Da concordare
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ASPETTA PRIMAVERA, BANDINI
Narrazione teatrale
Libero adattamento di Graziano (Pino) Coltri da “Aspetta primavera, Bandini” di John Fante
Regia di Graziano (Pino) Coltri
Il cast
Lettura e recitazione: Graziano (Pino) Coltri, Giuseppe Padovani, Poletto Graziano, Elena Tessari, Annamaria Sofia, Mariarosa Barbi, Massimo Mosele, Maria Stella Zorzi, Gianmaria Dani, e Alessandro Capitanio
Audio: Nicola Teatin
Luci: Nicola Teatin
Scene: Graziano (Pino) Coltri
Con musica dal vivo
Sinossi e note di regia
Si tratta di una riduzione e in parte di un adattamento in forma di dialogo, del romanzo di John Fante (1909 - 1983), scrittore e sceneggiatore statunitense, scritto nel 1938 e che narra la storia di una povera famiglia di immigrati italiani a Rocklin nel Colorado nell'inverno del 1928.
Lo spettacolo, in bilico fra lettura e prosa, accompagnato dalle luci e dalla musica dal vivo, è pensato per creare nel pubblico il desiderio alla lettura e per questo si adatta particolarmente bene all'ambito scolastico e a eventi letterari.
Durata: circa 1 ora e mezza 
Genere: narrazione teatrale
Contesto:  Lo spettacolo si adatta a qualsiasi situazione (scuola, biblioteca, sala civiche, teatro, parco, piazza) preferibilmente "raccolta" e possibilmente oscurabile
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METEMOLA IN MOIA
Commedia popolare in dialetto veneto
Frutto del laboratorio permanente di Castelcerino "E Mi e Ti e Toni" che fa parte del Teatroprova e che coinvolge la gente della frazione da alcuni anni attorno ad un progetto teatrale che funge da stimolo e collante per la comunità
Autore del testo ed aspirante regista: Clara Sartori
Da un'idea di Narciso Vesentini
Editor: Flaviana Conforto e attori
Trucco e costumi, direttrice di palcoscenico: Flaviana Conforto
Musiche e canzoni: Ernesto Guerriero e Mariarosa Barbi
Tecnici luci: Matteo Bellamoli e Giacomo Dalli Cani
Scenografie e grafica:Elisa Betterle, Marco Castelli, Augusto Bettonte
Colonna sonora: coro “I vilan de la Bastiola”
Con la straordinaria partecipazione di: Cristina Todeschini nella parte di Iole.
PERSONAGGI ED INTERPRETI (in ordine alfabetico)
Beta Valeria Terron
Bieto Angelo Dalli Cani
Encio Marino Preite
Maria Andreina Lorenzoni
Nerino Narciso Vesentini
Olindo Ernesto Guerriero
Rosa Rita Castelli
Selmo Umberto Zamboni
Teresa Maria Rosa Barbi
Tina Thaiwo Rukaiai Seidu
NOTE DI REGIA:
Chiunque arrivi nelle nostre amate colline, quelle di Soave, è subito rapito dalla dolcezza delle forme e dei colori... qualunque stagione stiano attraversando.Coloro che poi hanno la fortuna di scendere nel profondo delle sensazioni riescono a cogliere anche il gusto della gente, l'odore della terra, i riti e la cultura...le storie...i racconti.
Chi poi può continuare a camminare, annusare e magari vivere tra queste colline per svariate stagioni, i racconti li può ascoltare più volte, da diverse persone, da diversi punti di vista, con diverse interpretazioni dei fatti, con diversi stili, magari dai protagonisti...e così può capitare che ti venga voglia,magari ricamandoci un po' su anche tu, di far interpretare il racconto su di un palcoscenico davanti ad un pubblico che altro non è che il protagonista.
So sta poco ciara?boh!
Clara
METEMOLA IN MOIA
l'è colpa tua!
ma sa disito? la colpa l'è tua no' mia!
arda che te ghè scominsià ti!
ma sa disito? Busiero che no' te si altro!
Arda che te si propio un slandron!
Ti, te si ti che te ghè scominsià bauco!
e vanti cossì par on ano
e po do, e tri, e diese
fin che se se desmentega
da dove la gà scominsià
e come
e parchè
e da chi
parchè magari no' l'era mai scominsià
magari l'è tuta na' fola
ma che la sia quel che l'è
femo la pace
e metemola in moia
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